La Convezione di Berna, uno strumento giuridico internazionale vincolante in materia di conservazione della natura, è stata recentemente modificata dall’Unione Europea, declassando lo status di protezione del lupo da “specie rigorosamente protetta” a “specie protetta”. Questo cambiamento implica una maggiore flessibilità nella gestione della popolazione di lupi, includendo potenzialmente abbattimenti controllati in situazioni specifiche, come nel caso di conflitti con le attività umane o di agricoltura.
Origine della proposta
La proposta è stata avanzata sulla base di un’analisi dello status del lupo nell’UE, pubblicate nel dicembre del 2023. Le cui analisi mostrano un notevole aumento della popolazione di lupi negli ultimi due decenni, avvenuta grazie all’abbandono delle aree rurali da parte dell’umo, alla crescita degli ungulati e all’aumento delle aree protette, che hanno funzionato da corridoi ecologici favorendone la loro espansione.
Ruolo ecologico del lupo
Il lupo (Canis lupus italicus) è un predatore al vertice della catena alimentare e un opportunista, cioè capace di adattarsi a contesti in cui la disponibilità di risorse varia in modo irregolare. Grazie alla sua elevata capacità di dispersione, che gli consente di spostarsi su grandi distanze e di colonizzare nuovi territori, il lupo svolge un ruolo essenziale nel mantenimento dell’equilibrio degli ecosistemi.
Essendo un Top Predator, il suo principale compito ecologico è quello di regolare le popolazioni di erbivori e di altri mammiferi come i cinghiali. Questo controllo naturale è cruciale per prevenire l’eccessiva crescita di alcune specie, come ad esempio, i cinghiali, che sono notoriamente in forte aumento in molte aree italiane, causando danni all’agricoltura, alterando gli habitat e mettendo in pericolo la biodiversità di altre specie vegetali e animali. Senza la pressione predatoria esercitata dai lupi, le popolazioni di cinghiali potrebbero continuare a crescere incontrollate, aggravando i problemi già esistenti.
Impatti del declassamento
Il passaggio da “strettamente protetta” a “protetta” potrebbe, in pratica, facilitare l’uccisione legale di lupi, soprattutto in quelle aree in cui si sono verificati conflitti tra i lupi e le comunità rurali, come nel caso di predazioni su bestiame. Tuttavia, una gestione non adeguata delle popolazioni di lupi potrebbe innescare una serie di effetti a catena sull’ecosistema:
- Crescita incontrollata di erbivori: senza la regolazione naturale esercitata dai lupi, le popolazioni di prede, come cinghiali, caprioli e cervi, potrebbero espandersi in modo incontrollato, con gravi ripercussioni sugli ecosistemi forestali e agricoli.
- Riduzione della biodiversità: I lupi contribuiscono anche a mantenere in salute le popolazioni delle loro prede, predando gli individui più deboli o malati, e contribuendo così a evitare la diffusione di malattie tra le specie predate. L’assenza o la riduzione del lupo potrebbe favorire il diffondersi di malattie all’interno delle popolazioni di erbivori e potenzialmente influire negativamente anche su altre specie.
- Erosione dei servizi ecosistemici: I lupi contribuiscono a una serie di servizi ecosistemici, come la riduzione dei danni all’agricoltura (mangiando cinghiali e altri animali che devastano i campi), il mantenimento della struttura degli ecosistemi forestali e il controllo delle specie invasive. La loro riduzione potrebbe portare a un degrado complessivo degli habitat e degli ecosistemi naturali.
Conclusione
L’Italia ha visto un graduale recupero delle popolazioni di lupi negli ultimi decenni, grazie alle leggi di protezione e alle politiche di conservazione. Il declassamento potrebbe minacciare questo recupero, aumentando la pressione sulla specie. In un contesto di conflitti con le attività umane, la soluzione non è quella di uccidere i lupi, ma l’introduzione di strategie di convivenza più efficaci, come l’uso di recinzioni, sistemi di risarcimento adeguati alle perdite di bestiame, e la sensibilizzazione delle comunità rurali.
Non possiamo considerare il lupo come un nemico o un egoista; al contrario, vive semplicemente e la sua vita offre vantaggi anche a noi Homo sapiens.
La presenza del lupo non è affatto dannosa; siamo noi umani a mettere la Terra in una situazione di irreversibilità! La nostra capacità di prendere decisioni consapevoli dovrebbe indurci a riflettere sul nostro ruolo nella protezione di specie come il lupo, riconoscendo che la loro vita è intrinsecamente legata alla salute del pianeta e al nostro stesso benessere.
Il lupo è una parte fondamentale dell’equilibrio ecologico: anche se agisce per la propria sopravvivenza, il suo comportamento genera benefici per l’intero sistema naturale di cui gli umani sono parte integrante.
Articolo a cura di Ilaria Migliaresi.